Tematica Piante

Ginkgo biloba L.

Ginkgo biloba L.

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Foto: Lalupa.

Phylum: Tracheophyta Sinnott, 1935 ex Cavalier-Smith (1998)

Classe: Ginkgoopsida Engl.

Ordine: Ginkgoales Gorozh., 1904

Famiglia: Ginkgoaceae Engl., 1897

Genere: Ginkgo L.


enEnglish: Common ginkgo, maidenhair tree

Descrizione

Ginkgo biloba L. è un fossile vivente ed unica specie ancora sopravvissuta della famiglia Ginkgoaceae ma anche dell'intero ordine Ginkgoales (Engler 1898) e della divisione delle Ginkgophyta. Appartiene alle Gimnosperme: i semi non sono protetti dall'ovario. Le strutture a forma di albicocca che sono prodotte dagli esemplari femminili non sono frutti. Sono semi ricoperti da un involucro carnoso. È un albero antichissimo le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa. La pianta, originaria della Cina, viene chiamata volgarmente ginko o ginco o albero di capelvenere. Il nome Ginkgo, deriva probabilmente da un'erronea trascrizione del botanico tedesco Engelbert Kaempfer del nome giapponese ginkyo derivante a sua volta da quello cinese "yin-kuo" ( yin «argento» e xìng «albicocca»; yinxìng «albicocca d'argento»). Questo nome è stato attribuito alla specie dal famoso botanico Carlo Linneo nel 1771 all'atto della sua prima pubblicazione botanica ove mantenne quell'erronea trascrizione del nome originale. Il nome della specie (biloba) deriva invece dal latino bis e lobus con riferimento alla divisione in due lobi delle foglie, a forma di ventaglio. Portamento: è una pianta arborea che raggiunge un'altezza di 30-40 m, chioma larga fino a 9 m, piramidale nelle giovani piante e ovale negli esemplari più vecchi. Il tronco presenta rami sparsi da giovane, più fitti in età adulta, branche principali asimmetriche inclinate di 45 gradi, legno di colore giallo. I rami principali (macroblasti) portano numerosi rametti più corti (brachiblasti), sui quali si inseriscono le foglie e le strutture fertili. Corteccia: è liscia e di color argento nelle piante giovani, diventa di colore grigio-brunastro fino a marrone scuro e di tessitura fessurata negli esemplari maturi. Foglie: ha foglie decidue, di 5-8 cm, lungamente picciolate a lamina di colore verde chiaro, che in autunno assumono una colorazione giallo vivo molto decorativa, dalla forma tipica a ventaglio (foglia labelliforme) leggermente bilobata e percorsa da un numero elevato di nervature dicotome. La morfologia fogliare varia a seconda della posizione e dell'età: le plantule hanno foglie profondamente incise, le foglie portate dai brachiblasti hanno margine interno e talvolta ondulato, le foglie portate dai macroblasti sono spesso bilobate. Fiori: la Ginkgo è una gimnosperma e per questo non presenta dei fiori come abitualmente li intendiamo. Le Gimnosperme non hanno fiori ma portano delle strutture definite coni o strobili o, come in questo caso squame modificate (i coni da un punto di vista funzionale si possono considerare simili a dei fiori per omologia). È una pianta dioica cioè che porta strutture fertili maschili e femminili separate su piante diverse. Negli strobili maschili i microsporangi sono portati a coppie su microsporofilli, disposti a spirale su un asse allungato. L'impollinazione è anemofila. Negli strobili femminili gli ovuli, inizialmente due, si riducono ad uno solo nel corso dello sviluppo e sono portati su peduncoli isolati. Le piante femminili dunque, a differenza della maggior parte delle Gimnosperme (in particolare delle Pinophyta), non producono coni propriamente detti ma strutture analoghe a questi. La fioritura è primaverile. Tra impollinazione e fecondazione intercorrono alcuni mesi. La fecondazione avviene a terra all'inizio dell'autunno, quando gli ovuli sono già caduti dalla pianta madre e hanno quasi raggiunto le dimensioni definitive. I gameti sono ciliati e mobili, come avviene in molti gruppi meno evoluti (Cycadophyta, muschi, felci ed alghe). I semi (di cui è commestibile l'embrione dopo la torrefazione) sono lunghi 1,5–2 cm e sono rivestiti da un involucro carnoso, pruinoso di colore giallo, con odore sgradevole a maturità (per la liberazione di acidi carbossilici, in particolare acido butirrico), che viene definito sarcotesta. All'interno di questo vi è una parte legnosa (sclerotesta) che contiene l'embrione. La germinazione del seme è epigea. Metodi di coltivazione: è una specie eliofila che preferisce una posizione soleggiata e un clima fresco. Non è particolarmente esigente quanto a tipo di terreno ma vegeta meglio in terreni acidi e non asfittici. È una pianta che sopporta le basse temperature: è stato dimostrato che non subisce danni anche a -35 C. La moltiplicazione avviene generalmente per margotta. È preferibile coltivare gli individui maschili per evitare lo sgradevole odore dei semi; tuttavia il sesso della specie è difficilmente riconoscibile in quanto non presenta caratteri sessuali secondari affidabili. Le piante mal sopportano la potatura: i rami accorciati seccano. Propagazione: la pianta si riproduce per seme o per talee semilegnose prelevate durante l'estate. Usi: molto utilizzata come pianta ornamentale in parchi, viali e giardini grazie alla notevole resistenza agli agenti inquinanti (non solo delle metropoli più inquinate ma anche in cittadine più piccole, in viali o nei giardini in gruppi isolati) viene inoltre usata anche per creare cortine frangivento. Diffuso il suo utilizzo per farne bonsai. Viene coltivata industrialmente in Europa, Giappone, Corea e Stati Uniti per l'utilizzo medicinale delle sue foglie. Il legno giallastro viene usato per la costruzione di mobili, lavori di tornio e intaglio; è però di bassa qualità data la sua fragilità. La parte interna legnosa dei semi viene utilizzata come cibo prelibato in Asia e fa parte della tradizione culinaria cinese. Viene commercializzato sotto il nome di "White Nuts". In Giappone i semi di Ginkgo vengono aggiunti a molti piatti (ad esempio il chawanmushi) e utilizzati come contorno.

Diffusione

È originaria della Cina, nella quale sono stati rinvenuti fossili che risalgono all'era mesozoica. La pianta è stata ritenuta estinta per secoli ma, recentemente, ne sono state scoperte almeno due stazioni relitte nella provincia dello Zhejiang nella Cina orientale. Non tutti i botanici concordano però sul fatto che queste stazioni siano davvero spontanee, perché la Ginkgo è stata estesamente coltivata per millenni dai monaci cinesi.


06437 Data: 12/03/2006
Emissione: Fossili viventi
Stato: China (P.R.C.)
09137
Stato: Victoria (Australia)

09933 Data: 31/03/1981
Emissione: L'arte dei bonsai
Stato: China (P.R.C.)
10737 Data: 17/09/2012
Emissione: Foglie
Stato: Belgium
Nota: Autoadesivo - Emesso in libretto di 10 v. diversi